fbpx Fratture, il parkinson ne aumenta il rischio | dr. Augusto Palermo

Fratture, il parkinson ne aumenta il rischio

 Fratture, il parkinson ne aumenta il rischio

Una ricerca statunitense ha concluso che il 45-68% dei soggetti affetti da morbo di Parkinson, una malattia a evoluzione progressiva che coinvolge il controllo dei movimenti e l’equilibrio, è più a rischio di fratture perché cade almeno una volta l’anno. Questo accade perché i malati nei Parkison accade un fenomeno chiamato “freezing”, ovvero il paziente resta immobile e bloccato, come se fosse congelato mentre sta compiendo un movimento e quindi aumenta il rischio di fratture da perdita dell’equilibrio, in particolare di bacino e di anca. Quando si deve intervenire chirurgicamente per la riduzione delle fratture, ai problemi riabilitativi si aggiungono quelli legati all’intervento, come i rischi anestesiologici e clinici che aumentano in maniera notevole – spiega il dottor Augusto Palermo, ortopedico esperto in chirurgia protesica dell’anca e di ginocchio. –Generalmente il rischio di fratture colpisce gli uomini con una frequenza maggiore del 50% rispetto alle donne, ma nei malati di Parkinson il rischio di morte a seguito delle complicanze da fratture entro 30 giorni aumenta del 10%. La perdita di autonomia, quale effetto del Parkinson, comporta una limitazione dei movimenti e causa osteopenìa cronica ossia la riduzione della massa ossea dovuta alla mancanza di movimento. Questo infatti comporta un rallentamento della crescita del tessuto osseo che solitamente viene stimolata dal movimento e dagli sforzi meccanici come camminare o correre che aiutano a prevenire il rischio di fratture perché favoriscono la salute delle ossa. Invece, nel malato di Parkinson, la mancanza di equilibrio, il tremore degli arti a riposo, i problemi di postura aumentano il rischio di incidenti che più frequentemente accadono nella propria abitazione, oltre a diminuire anche i riflessi di protezione per ammortizzare l’impatto in caso di caduta.

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