Negli ultimi 4-5 anni l’importante avvento dei social network ha travolto anche la medicina.
Medici di tutte le specialità , chirurghi ed altre addetti del settore, hanno immesso nelle piattaforme ‘social’ i loro profili , dati utili ad un processo di profilazione del professionista.
Il risultato immediato e’ una maggiore informazione per il paziente , circa la tipologia di prestazioni erogate e circa la loro qualità .
Questo trend di comunicazione ha ormai travolto anche la politica, creando la possibilità di una comunicazione diretta fra il fruitore e colui che vuole dare una comunicazione.
E’ evidente che ciascun professionista inserisca un profilo di qualità alta.
Questo, per ciò’ che riguarda la prestazione medico-sanitaria, potrebbe rappresentare un rischio, venendo enfatizzate prestazioni o trattamenti medici che non hanno dimostrato risultati certi.
Nell’ortopedia ne sono chiaro esempio la chirurgia ‘robotica’..., la via di accesso anteriore per la protesi d’anca ed alcune tecniche infiltrative, che in letteratura non hanno dimostrato dati migliorativi certi.
Il consiglio per i pazienti e’ quello di avere un approccio critico e non enfatizzato..., non chiedendo al proprio chirurgo un trattamento piuttosto che un altro, alfine di non costringerlo ad un approccio con il quale non è’ confidente
Ecco un mio intervento a Roma durante il congresso nazionale SIOT: